Le Hawaii sono un mosaico di isole, ognuna con un’anima diversa. Se Maui è la regina dei tramonti e Oahu il cuore pulsante, Big Island è la terra primordiale, dove il fuoco incontra il mare. In 5 giorni si possono vivere emozioni forti: vulcani attivi, spiagge di sabbia verde, panorami lunari e il cielo più stellato del mondo. Questo è il nostro itinerario, tappa per tappa, da copiare o da prendere come ispirazione per la vostra avventura sull’isola più grande (e giovane!) dell’arcipelago.
Itinerario a Big Island, l’isola più grande delle Hawaii
Se siete arrivati fin qui dopo aver letto il nostro itinerario su Kauai (prima parte) oppure quello su Maui (seconda parte), benvenuti alla terza tappa della nostra avventura hawaiiana! Dopo giorni tra Napali Coast, Road to Hana e alba sull’Haleakalā, abbiamo preso un volo per Kona, pronti per scoprire l’anima selvaggia di Big Island. E alla fine, ci aspetta l’isola più iconica: Oahu. Ma prima vi raccontiamo cosa ci ha regalato Big Island.
Giorno 1 – Sabbia verde e punto più a sud degli USA
Atterriamo a Kona, lato ovest di Big Island, pronti per iniziare questa nuova avventura. Prima mossa appena sbarcati? Riempire le borracce con l’acqua gratuita dell’aeroporto, un piccolo lusso utile (e sostenibile!) dopo il volo da Maui.
La nostra prima tappa è già un punto da segnare sulla mappa: il Southernmost Point of the United States, ovvero il punto più a sud di tutti gli USA. Curiosità: molti pensano che sia Key West in Florida il più a sud, ma in realtà è qui, su Big Island, che finisce davvero l’America. La zona è scogliosa e battuta da onde altissime, uno spettacolo selvaggio e potente. La costa è disseminata di coralli portati dal mare, e anche se non ci si può tuffare, è un luogo che ti fa sentire davvero “alla fine del mondo”.
Dopo qualche foto e tanto vento, ci rimettiamo in marcia per la vera missione del giorno: raggiungere la leggendaria Green Sand Beach (o Papakōlea Beach), una delle sole quattro spiagge di sabbia verde al mondo. Per arrivarci, c’è da camminare un bel po’. Il sentiero è di circa 5 km tra andata e ritorno, sotto un sole cocente, su un terreno polveroso e senza ombra. Prima di partire, ci concediamo un tuffo in una caletta nascosta proprio all’inizio del trail, perfetto per rinfrescarsi. Se non volete affrontare il trekking, sul posto troverete locali con jeep 4×4 che vi portano avanti e indietro per 20$ a persona. Attenzione: si parte solo quando si forma un gruppo e si decide insieme quanto tempo stare, quindi potreste avere davvero poco tempo per godervi la spiaggia. Non fatelo con la vostra macchina a meno che non abbiate un 4×4 vero e proprio. Il percorso è davvero ostile e spesso vietato dalle compagnie di noleggio. Una volta arrivati, la Green Sand Beach è uno spettacolo. Il colore verde oliva della sabbia viene dall’olivina, un minerale vulcanico presente nella zona. Un aneddoto curioso: tempo fa i visitatori portavano via manciate di sabbia verde come souvenir, oggi è assolutamente vietato. Oltre ad essere illegale. L’acqua qui è incredibilmente limpida, ma le correnti possono essere forti, quindi attenzione se vi volete tuffare! Pranziamo direttamente lì, con i nostri fedeli panini da viaggio.
Nel pomeriggio rifacciamo il trekking di ritorno verso la macchina, stanchi ma soddisfatti, e facciamo una tappa veloce (ma emozionante) alla Punalu’u Black Sand Beach, famosa per la sabbia nera e le tartarughe marine. Sta calando il buio, ma siamo fortunatissimi: riusciamo comunque a vederne alcune sulla spiaggia, tranquille, a riposarsi sulla riva. Momento magico.
La giornata si chiude con il nostro arrivo nella Fern Forest, dove passeremo la notte in una cabina rustica immersa nella natura. Niente Wi-Fi, solo il rumore della giungla (e delle rane) e il cielo stellato sopra di noi.
Giorno 2 – Mauna Kea e Stargazing
Ci svegliamo immersi nel verde, oggi è il giorno del Mauna Kea, ma prima ci concediamo una colazione con calma al celebre Hilo Farmers Market. L’atmosfera è colorata e vivace, tra banchetti di frutta tropicale e artigianato locale. Per colazione andiamo sul doppio fronte: pokè freschissimo per chi vuole entrare subito in mood hawaiano, e english breakfast per chi non può fare a meno di uova e bacon. Facciamo un salto veloce al Walmart per prendere qualcosa per cena: ci organizziamo prima perché tra poco ci aspetta il tour guidato al Mauna Kea e non torneremo prima di sera.
Nel primo pomeriggio si parte. L’emozione cresce man mano che ci avviciniamo al monte sacro. Ci vengono a prendere a Hilo. La strada è asfaltata e accessibile fino al Visitor Center, che si trova a circa 2.800 metri di altitudine. Qui ci fermiamo per acclimatarci: è importantissimo bere tanta acqua, camminare un po’, e dare al corpo il tempo di abituarsi all’altitudine prima di salire oltre. Da questo punto in poi però, si può procedere solo con jeep 4×4 autorizzate. Se volete affrontare la salita in autonomia, dovete trovare un noleggio che lo consenta esplicitamente (la maggior parte non lo permette e chi lo fa, applica costi altissimi). Per questo abbiamo scelto la via più sicura e comoda: un tour organizzato. Dopo una salita mozzafiato, arriviamo al Mauna Kea Summit, oltre 4.200 metri sul livello del mare. Il tramonto da quassù è indescrivibile: il cielo si colora di rosa, arancio e viola, sopra un mare di nuvole. Un momento speciale, accompagnato da una canzone tradizionale che il nostro driver ci canta mentre il sole cala all’orizzonte. E quando cala il buio… inizia la magia. Ci spostiamo in un’area attrezzata per lo stargazing, lontano da qualsiasi fonte di luce artificiale. Mai visto un cielo così: la Via Lattea taglia il cielo, le stelle sono infinite, e persino una colata di lava rossa brilla in lontananza. Un’esperienza che lascia senza parole.
Finito il tour torniamo alla nostra cabana nella foresta, stanchi ma pieni di meraviglia.
Giorno 3 – Esplorando il Volcanoes National Park
Oggi ci svegliamo con un solo pensiero in testa: la lava! Visiteremo il Volcanoes National Park.
Raggiungiamo il parco in mattinata e facciamo subito tappa al Kīlauea Visitor Center. Qui seguiamo un briefing di sicurezza con un ranger, che ci spiega le regole base da rispettare all’interno del parco, ci aggiorna sull’attività vulcanica e ci consiglia i percorsi più suggestivi (e sicuri) del momento. Subito dopo ci uniamo a uno dei free tour guidati che partono regolarmente proprio dal Visitor Center. Il nostro è iniziato alle 11:00, e si è rivelato super interessante: la guida ci racconta storie, leggende locali e aneddoti legati ai vulcani attivi, alle antiche eruzioni e al ruolo sacro che questi luoghi hanno nella cultura hawaiana. Dopo il tour ci mettiamo in cammino in autonomia. Prima fermata: le Sulphur Banks, dove il terreno emana gas e vapore sulfureo che ci ricordano che sotto i nostri piedi la terra è tutt’altro che dormiente. Poco dopo arriviamo alle Steam Vents, bocche di vapore che escono dalla terra e creano un’atmosfera quasi surreale, da mondo alieno. Proseguiamo poi verso uno dei punti panoramici più spettacolari del parco: il Kīlauea Overlook. Da qui riusciamo a vedere la lava attiva in lontananza, che brilla in mezzo al cratere come una ferita viva nella terra. È un momento che lascia senza parole. Nel pomeriggio ci spostiamo verso sud per visitare una delle attrazioni più affascinanti e accessibili del parco: il Thurston Lava Tube, un tunnel naturale creato da una colata lavica migliaia di anni fa. L’accesso è semplice, ma occhio al parcheggio: il tempo massimo consentito è 30 minuti, quindi bisogna organizzarsi bene. Da lì ci spingiamo ancora più in giù lungo la Old Crater Rim Trail, un sentiero panoramico che ci porta fino al Keanakakoʻi Overlook. È qui che decidiamo di aspettare il tramonto. Anche se il sole si nasconde dietro le nuvole e non ci regala lo spettacolo completo, la luce dorata della sera ci permette di vedere ancora meglio la lava che brilla nel cratere. Un consiglio: andate con largo anticipo, è uno dei punti più popolari e tende a riempirsi in fretta.
Torniamo alla macchina con il buio, un po’ stanchi ma davvero soddisfatti. Camminare tra crateri attivi, tunnel di lava e paesaggi extraterrestri è qualcosa che difficilmente dimenticheremo.
Giorno 4 – Cascate, valli e crateri
Questa mattina ci mettiamo in macchina direzione nord, pronti a esplorare la zona delle famose valli e cascate di Big Island. Prima tappa: Waipiʻo Valley. Purtroppo la valle era chiusa per lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, quindi ci limitiamo a raggiungere il Waipiʻo Valley Lookout, che offre comunque una vista mozzafiato. Da qui si vede l’intera vallata fino all’oceano e, nelle giornate limpide come oggi, si riesce persino a scorgere in lontananza il profilo dell’Haleakalā, sull’isola di Maui. È pazzesco pensare di poter vedere un altro vulcano… su un’altra isola! Poi proseguiamo verso sud per visitare qualche cascata.
La prima è la spettacolare ʻAkaka Falls. L’accesso costa 5$ a persona + 10$ per il parcheggio e include un sentiero circolare immerso nella vegetazione. La cascata, alta oltre 130 metri, si ammira solo da lontano, non è possibile avvicinarsi né fare il bagno, ma il contesto è davvero magico. Subito dopo, tappa a Rainbow Falls, a pochi minuti da Hilo. Anche qui non si può scendere per tuffarsi, ma la cascata è molto suggestiva, soprattutto quando il sole crea gli arcobaleni da cui prende il nome. La terza cascata della giornata è Peepee Falls, ed è qui che succede l’imprevisto migliore del giorno: vediamo della gente in acqua! In teoria il bagno non è ufficialmente consentito, ma alcuni (locals o forse solo temerari) si stanno già tuffando. Il caldo e la tentazione sono troppi, quindi ci uniamo anche noi per un bagno rinfrescante.
Dopo tanta natura, ci fermiamo a Hilo per cena, in un angolino tranquillo scoperto grazie alla nostra escursione al Mauna Kea: il Liliʻuokalani Garden Fishing Landing. Prendiamo del sushi al Walmart e ceniamo con vista sul mare, sotto le palme e con la luce dorata del tardo pomeriggio. Atmosfera perfetta. Ma la giornata non è finita. Ultima tappa: il Kapoho Crater al tramonto, una zona poco frequentata ma davvero suggestiva, con paesaggi che sembrano lunari e silenzi che fanno bene all’anima.
Rientriamo alla nostra cabana a Hilo per l’ultima notte su questo lato dell’isola. Domani ci sposteremo a Kona per l’ultima tappa del nostro viaggio su Big Island.
Giorno 5 – Un tuffo nella storia
Ultimo giorno su Big Island! Facciamo il check-out dalla nostra cabana nella Fern Forest, salutando la giungla che ci ha ospitati in questi giorni intensi. Direzione: Kona, per un po’ di mare, storia e gli ultimi momenti di Big Island.
La nostra prima tappa è la Anaehoomalu Bay, una spiaggia rilassante nella zona di Waikoloa, perfetta per un bagno rinfrescante e un po’ di meritato relax. La sabbia dorata, le palme e le acque tranquille, ci rilassiamo un po’.
Dopo esserci rigenerati, visitiamo uno dei luoghi più interessanti dal punto di vista culturale dell’intera isola: il Puʻuhonua O Hōnaunau National Historical Park. È un antico luogo di rifugio sacro, dove in passato chi infrangeva le leggi (che potevano andare dal camminare in zone proibite al mangiare cibi riservati solo alla nobiltà) poteva salvarsi la vita raggiungendo questo spazio protetto. Se si riusciva a mettervi piede qui prima della cattura, si otteneva il perdono e la possibilità di reintegrarsi nella società. Passeggiamo tra i templi restaurati, le statue di tiki che fungevano come rappresentazioni di divinità, spiriti protettori o antenati, e spesso venivano scolpite in legno o pietra, le pareti di lava e le palme. Facciamo proprio un vero e proprio salto indietro nel tempo. Il contrasto tra la bellezza pacifica del luogo e la sua storia fatta di leggi dure e salvezze miracolose crea un’atmosfera davvero unica. Camminare tra queste pietre fa riflettere su quanto fosse complessa e profondamente spirituale la cultura hawaiana. Il parco è uno dei tre compresi nel Three Park Annual Pass (55$) insieme al Volcanoes National Park e Haleakalā (Maui), quindi se visitate tutte e tre le isole è un ottimo investimento.
Proprio accanto si trova la celebre Two Step Beach, una delle migliori spiagge per lo snorkeling su tutta l’isola. L’accesso al mare si fa letteralmente con “due passi” tra le rocce laviche, ed è subito un mondo di colori. Pesci tropicali, coralli e anche se oggi niente delfini per noi, abbiamo avvistato una murena curiosa tra le rocce. Emozionante! Continuiamo verso nord con una breve sosta alla Magic Sands Beach, una spiaggia popolare tra surfisti e amanti del sole. Qui la sabbia può letteralmente sparire durante le mareggiate, da cui il nome “magica”. Il mare è un po’ più mosso, ma l’energia del posto è super. Nel tardo pomeriggio arriviamo finalmente al nostro airbnb a Kailua Kona, dove ci concediamo un po’ di riposo. Dopo cinque giorni intensi tra vulcani, trekking, cieli stellati e tuffi tropicali… ce lo siamo davvero guadagnato.
È quasi il momento di salutare Big Island. Prepariamo i bagagli e ci godiamo la nostra ultima serata hawaiana qui.
Domani si vola verso Oahu → leggi l’articolo completo qui, pronti per un’altra avventura tra surf, storia e vita lenta. Aloha!
Hai perso i capitoli precedenti? Ecco i link agli altri articoli:
- Kauai, l’isola più selvaggia delle Hawaii
- Itinerario a Maui, Hawaii
- Oahu, l’isola più famosa delle Hawaii
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