Quando si parla di Baleari, è facile pensare subito a Ibiza o Maiorca. Eppure, a sole due ore di volo dall’Italia, c’è un’isola molto meno conosciuta, ma capace di sorprendere anche i viaggiatori più esperti: Minorca.
In questo articolo ti raccontiamo la prima parte della nostra esperienza di 8 giorni a Minorca a fine giugno, con tutte le tappe, errori, dritte e momenti indimenticabili. Abbiamo girato l’isola in auto, dormito in due zone diverse e (inaspettatamente!) partecipato alla famosa festa di San Giovanni – uno degli eventi più sentiti dell’intera Spagna.
📌 La seconda parte di questo articolo di Minorca la trovi qui: Itinerario a Minorca, l’isola segreta delle Baleari (seconda parte)
Itinerario a Minorca, l’isola segreta delle Baleari
L’idea di andare a Minorca è nata in modo molto semplice: Ryanair ci offriva la destinazione più economica per le date del ponte di San Giovanni, (tra l’altro anche a Torino si festeggia San Giovanni e abbiamo approfittato del ponte per farci un bel viaggetto)! Mai avremmo immaginato che proprio in quei giorni si sarebbe celebrata la festa più importante dell’anno per l’isola!
Una settimana prima della partenza scopriamo per caso che San Giovanni (Sant Joan) a Minorca è una ricorrenza gigantesca, che attira visitatori da tutta la Spagna. Così il 19 giugno alle 15:35 atteriamo nel piccolo aereoporto di Minorca, noleggiamo una macchina con Autos Menorca, prenotata online tramite Discover Cars e ci prepariamo a scoprirla!
Ci dirigiamo subito verso la nostra base per i primi giorni: Apartamentos Vista Blanes a Ciutadella, un aparthotel con cucina e piscina (che si rivelerà essenziale per sopravvivere al caldo!). Ma prima tappa fondamentale al Mercadona per rifornirci e fare un po’ di spesa per risparmiare sui pasti: paella pronta, panini con prosciutto serrano e sangria diventeranno la nostra dieta base.
Dopo un primo bagno in piscina (con annesso taglio al piede al primo giorno di vacanza), per oggi ci rilassiamo. La vera esplorazione inizia domani.
Giorno 1 – Spiagge marziane e acqua cristallina
La prima vera giornata inizia con un obiettivo chiaro: Cala Pregonda, una delle spiagge più iconiche del nord di Minorca. Parcheggiamo a Cala Binimellà e da lì percorriamo il primo tratto del Camí de Cavalls con i suoi cancelli minorchini (che vanno aperti e richiusi a mano). Il Camí de Cavalls (letteralmente “Sentiero dei Cavalli”) è un percorso di circa 185 km che gira attorno all’intera isola. Era usato originariamente dai soldati a cavallo per difendere le coste minorchine dagli attacchi dei pirati. Oggi è una delle esperienze naturalistiche più belle da fare a Minorca!
Dopo circa 25 minuti di camminata, arriviamo a Cala Pregonda. La prima cosa che colpisce è il colore della sabbia, rossastro e dorato, che contrasta con il blu profondo del mare. La spiaggia è incorniciata da formazioni rocciose e piccole isolette a largo che la proteggono dalle onde, rendendo l’acqua calma e trasparente. Non c’è ombra, quindi portarsi ombrellone o cappellino è obbligatorio. Anche qui, poche persone: Pregonda è una di quelle spiagge che si lasciano scoprire solo da chi è disposto a camminare. Stiamo lì qualche ora, ci facciamo il primo bagno serio della vacanza e iniziamo a capire che Minorca non ha nulla da invidiare ai Caraibi.
Nel tardo pomeriggio ci rimettiamo in macchina per raggiungere uno dei sette fari storici dell’isola: il Faro di Cavalleria, il più a nord di Minorca. Il primo faro costruito in questa zona e che funzionava… ad olio d’oliva! Qui il paesaggio è ancora più lunare: rocce bianche, vento forte, e sotto di noi scogliere altissime. Poco distante ci sono delle grotte scavate naturalmente nella roccia, accessibili a piedi, da cui si gode una vista mozzafiato sull’oceano. Il piano originale era di rimanere per il tramonto, ma a giugno il sole cala alle 21:30… troppo tardi per le nostre forze, quindi optiamo per una passeggiata a Fornells, un delizioso paesino di pescatori con un lungomare perfettamente curato e ristorantini dall’aspetto romantico… e dai prezzi proibitivi. Ci prendiamo una pizza da asporto da dividere e scopriamo anche una piccola curiosità: il paese è famoso per la produzione artigianale di “abarcas”, le ciabatte tipiche minorchine, che derivano da antichi sandali contadini. Torniamo a Ciutadella cotti dal sole, ma già innamorati di questa isola sorprendente.
Giorno 2 – La spiaggia più bella di Minorca
Dopo una prima giornata “alla scoperta”, oggi scegliamo una formula diversa: partire da un punto turistico ma deviare verso l’inaspettato. L’obiettivo iniziale è raggiungere Cala Mitjana, una delle spiagge più famose di Minorca, ma il viaggio prende una svolta inaspettata…
Partiamo da Cala Galdana, dove troviamo un parcheggio comodo e gratuito, ben segnalato. La baia è spettacolare, ma è anche una delle spiagge più turistiche dell’isola, quindi decidiamo di usarla solo come punto d’accesso per raggiungere le calette vicine. Imbocchiamo il sentiero costiero verso Cala Mitjana, immerso nella pineta, con scorci panoramici su scogliere bianche e mare blu elettrico. Il cammino è facile, adatto a tutti, e ben tenuto. Verso la fine, a pochi passi da Cala Mitjana, notiamo una piccola spiaggetta Cala Mitjaneta e decidiamo di fermarci in quel paradiso. L’acqua è così trasparente da sembrare una piscina, il fondale è sabbioso e il paesaggio è completamente incorniciato da scogli bianchi. Non serve andare oltre. Cala Mitjana sarà anche più famosa, ma Mitjaneta ci ruba il cuore. Non sapevamo ancora che sarebbe stata la nostra spiaggia preferita di Minorca. Facciamo snorkeling, ci rinfreschiamo e pranziamo con il nostro ormai classico combo “Mercadona style”: pane croccante e jamón serrano (spoiler: sarà il nostro “pasto da spiaggia” per tutta la vacanza). Ci sono anche i pesciolini che mordono, ovviamente me e la mia ferita al piede.
Dopo pranzo, quando non resistiamo più dal caldo, prendiamo una piccola deviazione verso un mirador panoramico, poco segnalato ma facilissimo da raggiungere. La vista sulla scogliera e sulla Cala Mitjana dall’alto è da cartolina vera, una delle foto più belle del viaggio.
Torniamo nel tardo pomeriggio al nostro appartamento, esausti dal caldo e ci facciamo un tuffo in piscina, una doccia rinfrescante e cena a base di paella pronta del Mercadona!
Dopo cena decidiamo di andare a vedere il tramonto a Pont d’en Gil, un arco naturale scavato nella roccia, molto vicino a dove alloggiamo. Lì troviamo un piccolo mistero locale: moltissime persone sono vestite di bianco, sedute in silenzio ad aspettare il tramonto. Mentre il cielo si colora di rosa, e nonostante la folla, non vediamo il tramonto a causa delle nuvole, ma l’atmosfera è davvero magica. Torniamo a casa con la sensazione che ogni giorno a Minorca nasconda un momento speciale… basta saperlo cercare.
Giorno 3 – Paesaggi alieni e spiaggia dei pirati
Oggi ci svegliamo presto con una sola parola in testa: Cala Pilar. Le foto viste prima di partire ci avevano lasciati senza fiato… ma la realtà supererà ogni aspettativa. Arriviamo al parcheggio intorno alle 9:30 (e fa già abbastanza caldo), da lì inizia una camminata di circa 45 minuti in mezzo alla macchia mediterranea.
Il sentiero fa parte di un altro tratto del Camí de Cavalls, quello storico percorso costiero che protegge e valorizza l’isola da secoli. In questo tratto, il paesaggio cambia completamente: la vegetazione si fa più bassa, le rocce diventano rosse e il terreno sabbioso ci ricorda scorci del deserto o, a tratti, di Marte. Cala Pilar è famosa per il colore della sua sabbia, dovuto alla presenza di ferro nelle rocce circostanti. È una delle poche spiagge dell’isola con questo particolare colore e per questo è molto amata anche dai fotografi.
Quando finalmente arriviamo alla cala, ci rendiamo conto di essere tra i primi. Il mare è piatto come una tavola, l’acqua è trasparente e sotto la superficie vediamo pesciolini anche a occhio nudo. Facciamo anche amicizia con un cormorano!
Facciamo un po’ di snorkeling (niente di estremo, basta anche solo la maschera), ci godiamo il silenzio e il senso di isolamento. Cala Pilar è senza servizi, senza chioschi, senza ombra: portatevi tutto, soprattutto acqua e protezione solare. Rimaniamo qualche ora, ma verso le 14 dobbiamo arrenderci: oggi non abbiamo portato il pranzo e il sole inizia a essere troppo forte. Rientriamo al parcheggio affamati ma felicissimi.
Nel pomeriggio torniamo al nostro amato appartamento con piscina (non ci stancheremo mai di dirlo: salvavita contro il caldo minorchino!) e ci rigeneriamo. Poi, in perfetto spirito locale, ci vestiamo di bianco: in questi giorni in tutta Ciutadella si respira aria di festa, e ormai abbiamo capito che questo “dress code non scritto” fa parte del gioco. Abbiamo poi scoperto che a Minorca durante le feste di San Giovanni è molto comune vestirsi di bianco.
Ci dirigiamo verso uno dei fari più affascinanti dell’isola: il Faro di Punta Nati, costruito per evitare le frequenti tragedie navali in questa zona. Il paesaggio è completamente lunare. Ci prepariamo per il tramonto, ma anche oggi nuvole all’orizzonte. Ancora una volta il sole ci sfugge proprio sul più bello. Poco male, il posto vale comunque la visita.
Non contenti, ci spostiamo verso Cala Algaiarens, che di giorno è una splendida spiaggia, ma di sera è conosciuta come uno dei punti migliori dell’isola per osservare le stelle, grazie alla quasi totale assenza di inquinamento luminoso.
Sfortunatamente le nuvole persistono, ma l’atmosfera è comunque suggestiva. Rimaniamo qualche minuto in silenzio, seduti sul cofano dell’auto, con la sensazione che Minorca ci stia portando per mano, giorno dopo giorno, verso la sua anima più autentica.
Giorno 4 – La vigilia di San Giovanni
Oggi è il 23 giugno: la vigilia della festa di San Giovanni, la più sentita e spettacolare celebrazione dell’anno a Minorca. Ma prima… spiaggia. Come sempre! Ci svegliamo con l’intenzione di passare la mattinata nella famosa Cala en Turqueta, ma appena arriviamo scopriamo che il parcheggio è già pieno: “sold out”, ci dicono. A Minorca, specialmente a giugno-luglio, molti parcheggi costieri sono contingentati per proteggere l’ambiente.
Puntiamo allora sulla vicina Son Saura, raggiungibile in pochi minuti. La spiaggia è ampia, l’acqua è bella (siamo pur sempre a Minorca), ma… ci lascia un po’ freddi. Dopo le meraviglie viste nei giorni precedenti, questa ci sembra “ok”, nulla di più. Son Saura ha una comoda pineta con molta ombra: ideale per scappare dal sole cocente nelle ore centrali.
Nel pomeriggio decidiamo di alzare il livello culturale e visitiamo la Naveta des Tudons, il monumento talaiotico funerario più famoso di Minorca. È chiamata “naveta” perché la sua forma ricorda una nave capovolta. Minorca è piena di siti archeologici come questo, testimoni di una civiltà antichissima (talaiotica) che abitava l’isola prima dei Fenici e dei Romani. Oggi che è lunedì l’accesso è gratuito.
Fino ad ora, non avevamo ancora esplorato Ciutadella, nonostante fosse la città dove alloggiavamo. Dopo una doccia e il solito bagno pomeridiano nella nostra adorata piscina, partiamo all’esplorazione. Notiamo che tutti indossando la maglietta ufficiale della festa di Sant Joan.
Facciamo prima un salto al Castello di Sant Nicolau per tentare ancora un tramonto (spoiler: anche oggi niente, maledette nuvole!), poi ci immergiamo finalmente nel cuore pulsante della festa.
Le strade di Ciutadella sono strapiene, la folla è ovunque ma l’atmosfera è energica, festosa, quasi rituale. Oggi pomeriggio si sono tirati nocciole addosso nella piazza principale (sì, avete letto bene: pioggia di nocciole!): una tradizione tipica del 23 giugno, simbolo di buon auspicio e scherzo collettivo.
Purtroppo ci siamo persi il momento clou, ma i gusci sono ancora ovunque per terra, a testimoniare il passaggio della battaglia.
Il vero evento della sera è il celebre Caragol des Born, una sfilata caotica e impressionante: decine di cavalli con cavalieri in abiti tradizionali impennano tra la folla, che si apre al loro passaggio tra applausi e cori.
L’atmosfera è intensissima: fa caldo, c’è odore di sudore e pomada, la gente è ovunque. Dopo un po’ ci spostiamo verso una zona più tranquilla, dove troviamo un piccolo spazio dove accarezzare i cavalli e respirare un po’. Marco prova la Pomada, la bevanda ufficiale della festa (gin minorchino + limonata): fresca, dolce e perfetta per sopravvivere alla calura. Esausti, torniamo… domani si replica!
I giorni 5-6-7-8 li trovi qui.
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